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venerdì 8 luglio 2016

New Living Room - mi racconti una storia? (1)

Eccoci all'altra grande parete del soggiorno. Ne mancherebbe ancora una, in effetti, ma è occupata da mobile e mensole e non ci sono grandi cambiamenti da fare. Questa invece...

Quello che penso delle case è che debbano raccontare la storia delle persone che le abitano. Per quanto belle, quelle mostrate sulle riviste di arredamento, molto spesso le trovo fredde e "finte": una casa deve avere carattere, visto che deve accogliere delle persone e quello che le persone sono e hanno. Un soggiorno senza un filo fuori posto, con tre mensole su cui sono disposti ad arte dei vasi (vuoti, e spesso di super design) mi fa pensare a un set cinematografico e basta. Non ad un ambiente vivo, dove qualcuno possa sentirsi a suo agio, abbracciato dal luogo più familiare e personale di tutti. Con questo non voglio dire che amo il disordine, anzi. La mia lotta contro il disordine è continua e spesso ne vengo sconfitta anche se vorrei che tutto fosse a posto. Ma non finto.

Una delle prime cose che ho voluto quando ho iniziato a vivere in una casa tutta mia sono state tante fotografie. Questo soggiorno ha una parete lunga oltre tre metri e vista anche l'altezza, mi è sembrato naturale appendere foto dei luoghi che man mano mi hanno emozionato. Ma ero arrivata ad un punto in cui gli ingrandimenti non ci stavano quasi più. Avevo quasi esaurito lo spazio. Che fare? iniziare a sostituire qualche immagine? E chi eliminare? Non potevo.

Living room - before


Allora, anche se con un po' di dispiacere, ho optato per questa soluzione: cornici vaxbo (ikea) costituite da 9 cornici assemblate insieme. Ne ho prese 5. Ho ristampato su carta fotografica in formato più piccolo gli scatti di luoghi e momenti che mi sono rimasti nel cuore e ho iniziato a riempirle. Da una carta su cui sono stampati tanti mappamondi, invece, ho ritagliato dei rettangoli che sono andati a riempire le cornici ancora vuote, per non lasciarle mezze vuote e mezze piene. Man mano che la vita procederà e incontrerò altri bei posti, riempirò la cornice con la foto.
Non sono necessariamente luoghi "boombastic" come mi dice MR (anche se alcuni in effetti si): sono luoghi in cui ho provato una forte emozione, in cui mi sono sentita più viva che mai. In cui ho provato una profonda gratitudine per avere la possibilità di essere lì. in quel momento, a godere della bellezza di quel particolare angolo di mondo. Sono tutti luoghi che compongono vari tasselli della mia storia. E voglio che la mia casa la racconti, questa storia, in modo che ogni volta che poso lo sguardo su una di queste immagini, come per magia io mi trovi di nuovo là, avvolta dall'atmosfera che mi ha fatto innamorare di ciascuno di quei posti..
Pronti?
Sweet Memories...
Scozia 2003. Castello di Dunnottar.
Il viaggio in Scozia è il regalo per la mia laurea. Oggi il cielo è nuvoloso (come tutti i giorni in effetti, il sole non si fa mai vedere) e arriviamo al castello a strapiombo sul mare. Immediatamente so che devo arrivare fino in fondo alla scogliera, mentre una nebbioina sottile sale dal mare e minaccia di avvolgere le rovine possenti. Ma gli altri non sono particolarmente interessati (!!), quindi inizio a scendere da sola il sentiero che conduce all'ingresso del castello. E' un momento intenso. Siamo solo una manciata di visitatori, che ci aggiriamo in silenzio tra i muri diroccati e le torri, quasi con il timore di disturbare queste vecchie pietre coperte dal muschio. L'aria è lacerata dalle grida dei gabbiani che salgono dal mare e volteggiano sulle nostre teste. Sembrano quasi grida umane e insieme alla nebbia rendono questo castello vagamente inquietante. Splendido.

Thailandia 2015. Tempio Wat Pho, Bangkok.
Già solo il biglietto aereo, con stampigliata sopra la parola "Bangkok" è super-eccitante. Continuo a riguardarlo, quasi senza credcerci. Bangkok è la mia massima idea di esotico. Non so nemmeno bene cosa aspettarmi, anche se ovviamente ho passato un mese a studiare le guide. Ma le guide non riescono a descrivere un'atosfera. Non è il primo tempio buddista che visito, sono già abituata alla profusione di oro, di oggetti e decorazioni, ad un'atmosfera quasi "kitsch" che poco si combina secondo me con la severa spiritualità orientale. Ma in questo tempio siamo letteralmente circondati da statue del Buddha, identiche, una dopo l'altra, La ripetizione dello stesso elemento, avvolgendoti e scandendo lo spazio, porta calma e serenità alla mente.

India 2010. Orchha.
Oggi vediamo finalmente la cittadina e il mercato con i suoi mille colori alla luce del sole. Ieri sera l'avevamo solo intuita. L'hotel in cui pernottiamo è un bellissimo edificio coloniale un po' fuori dal centro abitato. Deciciamo dopo cena di fare una passeggiata. La strada che porta in città è sterrata; nonostante le stelle brillanti, nella campagna indiana si vede veramente poco. Facciamo luce con il cellulare e diverse volte riusciamo a fermarci in tempo prima di scontrarci con... una mucca bianca! Ce ne sono ovunque e anche se ormai mi sono abituata a vederle in giro, trovarsi a qualche centimetro dal loro muso fa comunque una certa impressione. Questa è l'India che cercavo. Strade sterrate piene di polvere, stelle che brillano nel buio di una quieta notte primaverile, tanti animali, anche se non proprio quelli che ci teniamo sul letto come peluche da bambini (cobra, pipistrelli, avvoltoi, mucche, scimmie...), cenotafi scrostati che sorgono dagli arbusti della giungla. Un'atmosfera magica, coloniale, legata ad un passato irrimediabilmente perduto. Da allora ogni volta che ci penso o ogni volta che vedo un servizio sull'India, questa è l'immagine che mi torna subito agli occhi: quella della tranquilla notte di Orchha.

Giordania 2013. El-Khasneh di Petra.
Sto percorrendo l'ultimo tratto del siq che sbucherà davanti alla facciata del Tesoro (El-Khasneh in arabo) di Petra. Ieri sera abbiamo fatto la stessa strada, in silenzio, in un percorso illuminato unicamente dalle candele. Molto suggestivo, davvero, ma anche se ho visto centinaia di volte l'immagine della tanto famosa facciata, quando mi compare davanti agli occhi, bagnata dalla luce del sole che gioca con la pietra rosa intagliata, non riesco a trattenere una lacrima di commozione. Sono contenta di avere gli occhiali da sole. Questo è un sogno che coltivo da tanto e l'idea di essere finalmente riuscita a realizzarlo, mi commuove veramente nel profondo. Non riesco a sentire tutto quello che la guida ci spiega. Penso solo alla strada lunga tra le alte pareti del canyon che a poco a poco si apre su questa meraviglia. Cosa posso chiedere di più?

Uzbekistan, 2014. Samarcanda, Piazza Registan.
Mi piace vedere lo sconcerto delle persone a cui dico che quest'anno le mie vacanze saranno dedicate ad un viaggio attraverso l'Uzbekistan. La via della seta mi ha sempre incuriosito, sono affascinata dal mondo medievale e pensare a questa strada che ha fatto la storia dell'oriente e dell'occidente insieme mi ha sempre fatto venir voglia di preparare subito la valigia e partire. Non so bene da dove venga tutta questa "fame" di mondo che ho dentro. Comunque ora sono qui, in uno dei posti più belli che finora mi è capitato di vedere. Bello e discreto nello stesso tempo, di quella bellezza semplice e non gridata, forse ignorata dai più ma tanto più vera proprio per questo. Samarcanda è splendida, tutta decorata in turchese e blu, maioliche luccicanti stemperate dalla ruvida pietra color sabbia. La piazza Registan, con tre medresse imponenti a chiuderne tre lati è purtroppo in ristrutturazione, avrò il rimpianto di non averla vista al meglio, ma poi la vista si perde tra le mille decorazioni delle cupole e delle pareti... tra iscrizioni, fiori, elementi geometrici c'è da perdersi. E io sogno la Persia, dura, difficile e per ora irraggiungibile....

U.S.A., 2011. Sequoia National Park.
Ci alziamo in una camera spartana che di più non si può nel cuore del Sequoia and Kings National Park. Ieri sera abbiamo non-cenato (siamo arrivati tardi, mannaggia, e in macchina avevamo solo un pacco di salatini da dividere in 6!) sulla terrazza proprio su uno dei fiumi che attraversano il parco. Buio totale, e solo il rumore dell'acqua, calmante, rinfrescante. Ne abbiamo bisogno. Stiamo macinando chilometri da più di due settimane e siamo reduci da una visita alla Valle della Morte che offre esattamente quello che il nome promette: caldo, afa, e ancora caldo desolante. Un paesaggio lunare, bellissimo in alcuni punti, come la Artist's Driveway, che non posso godermi appieno perchè in questo momento sono io al volante, ma abbiamo bisogno tutti quanti di ombra, di verde e di pace. E qui finalmente li abbiamo trovati. Questa mattina dopo aver divorato la colazione ci addentriamo a piedi lungo un sentiero, tra i ruscelli, i prati e una corona di montagne. Che meraviglia! I pini circondano questa bellissima radura e mi sento come in un film, di quelli che parlano di un mondo remoto, di uomini che vivono a stretto contatto con la natura. Mi chiedo, come più volte mi è successo in questo viaggio, se riuscirei a viverci. Non mi so dare una risposta. Ma di sicuro mi attrae.

Sicilia 2005. Tempio di Segesta.
E' un momento-rivelazione questo! L'indicazione per il tempio di Segesta, un po' nascosta, ci fa immediatamente fermare la macchina e seguire il cartello. E'un gioiellino questo tempio, uno dei pochi (forse l'unico) dorico con colonne non scanalate. Perfetto, a parte la copertura mancante. E oggi il cielo è talmente blu da sembrare finto. Mi piace questa foto (anche se non l'ho scattata io) per la combinazione perfetta del cielo, del tempio e degli alberi che lo incorniciano. Vorrei restare qui davanti per tanto tanto tempo....


Valentina

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