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domenica 17 settembre 2017

A trip of a lifetime 5 - Zanzibar (Nungwi & Mnemba)

Ed eccoci all'ultima tappa del viaggio. Zanzibar.
Isola dal nome esotico, terra di spezie e di schiavi. Nella mia mente si rincorrono immagini di spiagge bianche, palme che si specchiano nell'acqua cristallina dell'Oceano Indiano, piantagioni profumate di chiodi di garofano, piccole scimmie che saltano fra i rami della foresta.
Non amando particolarmente il mare, immagino che utilizzerò questi giorni per incamerare ogni singola immagine e sensazione dei parchi appena visti e cercherò di approfittare di uno scenario tropicale per foto spettacolari. Non che io sappia fare foto spettacolari, ma se spettacolare è il posto, anche la foto più "normale" rende bene. Ah, voglio anche provare nuovamente lo snorkeling che mi è piaciuto tanto. E magari un po' di shopping-artigianato locale, a cui finora non sono riuscita a dedicarmi. Così mi dico.
Peccato che non riuscirò a fare praticamente nulla di tutto questo. 
Welcome to Nungwi
Siamo in un punto piuttosto "sfortunato" per quanto riguarda le maree (siamo sulla punta nord, a Nungwi). Nel senso che al mattino quasi manca il mare da tanto bisogna andarselo a cercare lontano dalla riva e al pomeriggio onde fortissime che scoraggiano qualsiasi tentativo. Quindi prima mattina, abbondante (almeno mi pareva) strato di crema solare, zaino in spalla e andiamo a cercare una spiaggia dove poter fare un bagnetto. Torniamo al villaggio con spalle ustionate e un nulla di fatto. Abbiamo seguito la costa verso est e in quasi due ore di camminata, nulla. Il mare è ancora lontanissimo. Non ci fidiamo a lasciare i nostri averi sulla spiaggia e poi incamminarci per qualche centinaio di metri alla ricerca dell'acqua.
Zanzibar sea (sea??)


Zanzibar (Nungwi)

Accidenti alle maree. E nemmeno vediamo spiagge paradisiache, con chilometri di sabbia bianca e immacolata e le palme come se fosse una cartolina! Si le palme ci sono, ma l'idea che mi ero fatta cercando qualche immagine sul web era completamente distorta.
Zanzibar (Nungwi)
L'unica cosa interessante che riesco a fotografare sono delle "raccoglitrici di granchi" che a piedi nudi cercano nelle pozze lasciate dalla marea che si è ritirata granchi o altri animaletti. Di granchi ce ne sono un sacco. Piccole saette del colore della sabbia, pochi cm di pura velocità che corrono e si infilano in buchi perfettamente circolari.
Zanzibar (Nungwi)
Il pomeriggio trascorre tornando al villaggio, cercando di pranzare (i tempi sono biblici... pole pole!), e relax al sole davanti al nostro hotel. Niente bagno, troppe onde! Uffa. Alla sera decidiamo di prenotare un'escursione per il giorno successivo all'isola di Mnemba, famosa per lo snorkeling. E poi, armati di torcia elettrica  (tratti di strada piuttosto bui) e litri di Autan (zanzare a manetta) ci rechiamo a cena. 
Zanzibar grilled king prawns
Devo spendere qualche parola sul gruppo che si è venuto a creare.  In Thailandia ricordo che nel momento in cui siamo arrivati sull'isola e siamo rimasti "in balia di noi stessi" per i giorni previsti di mare, il gruppo si è immediatamente spaccato in due. Si sono subito creati due gruppetti uno di chi voleva esplorare l'isola, fare mare e relax e uno di chi invece viveva in modalità "notturna". E con qualcuno è capitato di non incontrarsi per nulla per qualche giorno. Questa volta invece, pur con desideri e ritmi diversi, il gruppo era "gruppo". Ci si aspettava per cenare insieme. Si pianificava insieme, poi chi non voleva aggregarsi era liberissimo di non farlo. Non abbiamo passato giorni "tutti-per-mano-trallallà" ma si capiva che c'era feeling tra queste persone assolutamente diverse. E questo è stato molto bello. Un calore umano che traspariva al di là delle cose (semplici) che abbiamo fatto. E' bello incontrare persone così, anche se solo per pochi giorni, grazie ragazzi!!!


Mattino successivo, quindi, diretti a Mnemba. Dopo qualche simpatico incontro sulla spiaggia, raggiungiamo la barca e in circa un'oretta di navigazione arriviamo a quest'isola che è proprietà privata e pertanto non vi si può attraccare, ma nelle acque che la circondano c'è un paradiso sommerso.
Zanzibar (Nungwi)

Towards Mnemba
Mnemba

Il mare è di un turchese limpidissimo, si scorgono già tratti di barriera, ma solo con la maschera e il boccaglio riesco ad entrare in un mondo spettacolare. Le foto sono di Simone, ottimo sub ed ottimo fotografo con macchina fotografica adeguata, che gentilmente mi ha permesso di pubblicarle.

Snorkeling (pesci pagliaccio)- foto Simone Robbiati

Snorkeling (anemone) - foto Simone Robbiati


Snorkeling - foto Simone Robbiati
Snorkeling (razza) - foto Simone Robbiati



Snorkeling - foto Simone Robbiati

Snorkeling (squalo martello) - foto Simone Robbiati
Peccato che... l'acqua sia piena di meduse. Non ho mai sperimentato la medusa. E' vero che sono quelle piccoline e che le "punture" non sono assolutamente dolorose, solo fastidiose, ma è pur sempre una sostanza urticante e come diceva la mia prof. di tossicologia "è la dose che fa il veleno". Quindi temo che a lungo andare l'effetto cumulato possa farsi sentire e a malincuore devo uscire da questo meraviglioso mondo dopo solo una "toccata e fuga".
Ci consoliamo con il pranzo preparato sulla spiaggia (tonno alla griglia con zenzero) e un breve relax su quello che finalmente è il "paradiso tropicale" che aspettavo: sabbia bianchissima e soffice (a parte uno spiacevole incidente con un riccio che lascia infortunato un di noi), palme, acqua calda che non si vorrebbe uscire più. Ma la marea incombe e dobbiamo purtroppo tornare a Nungwi.
Relax tropicale

Relax tropicale
L'ultimo giorno restiamo nuovamente a Nungwi: è tempo di esplorare la zona ovest rispetto a dove siamo noi. Nuovamente ci si rimette in cammino e questa volta raggiungiamo una zona un po' più bella, tanto che riusciamo anche a fare un bagno. E con questo sono riuscita a testare tutti gli Oceani: Atlantico in Portogallo, Pacifico a Los Angeles ed Indiano a Zanzibar!
Durante la passeggiata incontriamo tutti i "resti" che il ritirarsi della marea ha lasciato sulla spiaggia: pelli spinose dei pesci palla, un pesce arenato e purtroppo morto, strani globuli trasparenti in cui galleggia un liquido scuro, conchiglie giganti con il loro mollusco e stelle marine.
Zanzibar (Nungwi)

Zanzibar


Zanzibar (stella marina)

La prima è strana, squamosa, sembra quasi coperta da una pelle di serpente e ha sette punte. La seconda è la classica e perfetta stella rossa. La rimettiamo in acqua perché mancano ancora ore alla marea. Forse le abbiamo salvato la vita!
Zanzibar (stella marina)
Cammina cammina arriviamo a Kendwa la cittadina successiva, dopo aver superato uno scenografico ristorante sul mare. E' qui che riusciamo finalmente a fare il bagno. E poi dopo pranzo è già ora di incamminarsi nuovamente: alcuni tratti che all'andata erano coperti da sabbia ora sono già quasi del tutto sommersi e in un paio di punti camminiamo dell'acqua. Che strane queste maree.
Zanzibar (Kendwa)

Zanzibar


Zanzibar (sunset on the Indian Ocean)
Stasera ci godiamo l'ultimo tramonto sull'oceano: domani ci aspetta l'ultimo giorno e l'ultima fatica del viaggio, la visita delle piantagioni di spezie e del centro storico di Stone Town, la principale città dell'isola. Stanotte rifletterò su questa Zanzibar e vedrò di capire se alla fin fine mi è piaciuta oppure no.

(to be continued)
Valentina
 

martedì 12 settembre 2017

A trip of a lifetime 4 - Lake Natron

Questa mattina dobbiamo lasciare il Serengeti per l'ultima tappa del giro "sulla terraferma": il Lago Natron. A sentire la guida non è lontano, in realtà ci aspettano diverse ore di scossoni in un paesaggio in continuo mutamento. E' vero che è la stagione arida ma di acqua ne abbiamo trovata comunque in giro. Il  fiume Mara, pozze più o meno grandi, rigagnoli.... in uno di questi la nostra jeep si è perfino impantanata durante il guado!
Houston, we've got a problem!
Houston, they've got a problem!
E mentre gli altri ragazzi ci fotografavano con l'idea di vincere magari il premio Pulitzer se fosse saltato fuori all'improvviso un coccodrillo, il buon Gerald ci ha cavato d'impiccio... insieme agli altri autisti!
Houston, we've solved the problem!!
Oggi invece ci stiamo addentrando in una zona assolutamente arida: ovunque sassi e polvere, arbusti rinsecchiti, alberi scheletrici e spogli che si contorcono al sole implacabile. Il colore che predomina è il grigio, in tutte le sue sfumature.
Towards the Natron
 
Towards the Natron
 Siamo nella zona nord, al confine con il Kenya.

Towards the Natron
Dopo una strada interminabile, una sosta forzata per riparazione di una delle jeep (e nel mentre agnello alla brace con patate... mi posso fidare??),  e altra strada a buche e scossoni, ecco che finalmente arriviamo al campo tendato dove passeremo la notte. E' la seconda o terza volta che dormo in tenda, e mai era stato tra pipistrelli, scimmie, zanzare (pericolosissime visto tutto quello che potrebbero trasmettere) e rumori molesti... ma l'eccitazione è tanta. La nostra tenda si chiama "Duma", ghepardo. Tenda con bagno privato e doccia open air, eh!!
Ma prima di concederci l'ultimo sonno "safari" (da domani dormiremo a Zanzibar) ci aspetta l'esplorazione del Lake Natron.
Il gruppo si divide. Alcuni intrepidi decidono di seguire un fiume  e arrivare fino a delle cascate dove faranno il bagno. Io ed altri, invece, per qualche preoccupazione per i parassiti che si possono trovare nelle acque dolci (non è che sono fissata, è pieno di parassiti!il temibile Schistosoma!) e a causa dei ritardi accumulati, non vogliamo perderci il lago e i suoi fenicotteri, così con la nostra guida Masai raggiungiamo questa zona terribile.
Our Maasai Guide

Lake Natron
Terribile perché si sta prosciugando tutta, fino a che non torneranno le piogge a riempirla nuovamente. Ora è una distesa di fango che si sta piano piano seccando e spaccando, un fango grigio scuro su cui camminiamo un po' affondando e un po' scivolando (per fortuna riesco a non cadere), e sulla quale affiorano concrezioni di sale bianco cristallizzato. Spettacolare.

Lake Natron

Concrezioni di sale

In fondo, a distanza di sicurezza, centinaia di fenicotteri, alcuni rosa e alcuni grigi, frugano nell'acqua profonda pochi centimetri alla ricerca di cibo. E ogni tanto spiccano il volo. Vengono qui a deporre le uova tra agosto ed ottobre, quando formano colonie popolate da un numero enorme di esemplari.

Fenicottero grigio


Fenicottero grigio

Fenicotteri rosa
Fenicotteri rosa
Fenicotteri in volo
Restiamo affascinati ad osservarli: qui non c'è abbondanza di specie, ci sono solo loro e il vento che spazza questa distesa silenziosa ed inospitale. Le foto non sono un granché, me ne rendo conto. La distanza gioca a mio sfavore e c'è davvero molto vento, quindi anche con lo zoom non sono riuscita a fare foto perfettamente immobili. Pazienza.

Lake Natron

Qui riusciamo a renderci conto che il tempo è passato, il cielo cambia tinta e si abbassa sull'orizzonte al di là delle montagne. E' ora di tornare al campo....
Sunset
(to be continued)
Valentina

giovedì 7 settembre 2017

A trip of a lifetime 3 - Serengeti NP

Purtroppo non passo la notte in modo tranquillo... sarà il freddo (siamo a circa 2500 m), sarà il cibo, l'acqua o non lo so ma mi aspettano ore piuttosto turbolente e alla mattina sto peggio che mai. Provo con qualche rimedio naturale (sono allergica ad alcuni farmaci, ma non sono ancora venuta a capo di quali e preferirei non rischiare), mi infagotto con tutto quello che trovo e con lo stomaco ancora in subbuglio mi infilo nella jeep che parte verso il Serengeti National Park.
Prima di poter raggiungere il parco però ci fermiamo a visitare uno dei villaggi Masai. Sarà che non sto bene ma mi sembra un'esperienza più turistica che mai. Le danze, il mercatino, la scuola con i bambini in posa che snocciolano numeri in inglese.. spero li imparino davvero quei numeri e non solo a beneficio dei turisti. Certo, con queste soste si è obbligati a riflettere su un modo di vita in cui non c'è praticamente nulla. E paragonarlo al nostro, nel bene e nel male. Quindi ben venga un po' di sana riflessione...
Masai Boma

Masai Boma

In Swahili "Serengeti" significa "pianura sconfinata" ed è proprio così. Ovunque si guardi, per ore, si vede solo una pianura brulla a perdita d'occhio. Ieri ragionavamo sul fatto che l'emozione di un incontro con un leone fa sempre passare un po' in secondo piano la bellezza del paesaggio che ci circonda, quasi non valesse la pena ammirarlo. Ed invece è proprio bello.
Serengeti National Park
Terra dalle mille sfumature, acacie ad ombrello, e ogni tanto qualche rara roccia, dalla quale mi aspetto di veder spuntare re Mufasa con tutta la tribù per la presentazione del leoncino appena nato.
Certo, anche oggi vedremo leoni e anche oggi li troveremo addormentati all'ombra. Ma insomma! Un po' di contegno! Sei o no il re degli animali???
Leone
Leone

Leoni in fase relax
 Ma come al solito veniamo ignorati. Solo una leonessa ci concede la grazia di essere ben sveglia al fresco sotto il suo alberello. Ma oggi ci aspetta un altro gattone... che finora se ne era rimasto ben nascosto. Eccolo, lo sfuggente ghepardo! Che meraviglia anche lui! Kajal nero intorno agli occhi, snello ed elegante. Ci guarda sconcertato, non sembra per nulla contento del nostro approccio. Si capisce che è in allarme. Un altro gruppetto che avvisteremo più avanti addirittura tenta di scappare. Vogliamo solo guardarvi! Siete così belli....
Ghepardo
Ghepardo
E anche oggi elefanti, facoceri, antilopi, struzzi, iene, sciacalli, ippopotami, coccodrilli, strane lucertole blu e fuxia e soprattutto gnu.
 
Lucertola (agama)

Struzzo

Antilopi al pascolo




Elefanti (mother and cub)

(n.d.r. al Serengeti rimaniamo due giorni, dormendo in uno splendido lodge anch'esso immerso in quello che mi sembra il paradiso terrestre. Il resoconto delle due giornate, invece, è uno solo per non appesantire troppo..., ok, Max?)
 
Questa, dicevo, è la terra degli gnu. Infatti è il momento in cui questi bestioni si lanciano nell'attraversamento del fiume Mara, al confine con il Kenya, alla ricerca di pascoli più freschi nel nord. E' il momento clou della grande migrazione. E noi siamo proprio qui! Right place and right time!
Gnu al guado del fiume Mara

Gnu al guado del fiume Mara

Cioè, a dire la verità ci vuole un'intera mattina per raggiungere il punto preciso del fiume che dovranno attraversare. Perché non lo sanno nemmeno loro dove sarà. Ad un certo punto il capobranco si lancia in una folle corsa e via, tutti quanti dietro! Un polverone! Incuranti di chi li segue e di chi li precede, di chi annaspa sotto di loro, in centinaia corrono, scavalcano, schiacciano con un'ansia da "ora o mai più". Incespicano nei punti più profondi, qualcuno non sfugge all'agguato dei coccodrilli che sono arrivati scivolando rapidi nell'acqua, abbandonano i piccoli con l'unico pensiero della sponda che li aspetta sicura al di là.  Ecco, questo mi ha commosso. Come dicevo, il primo approccio con lo gnu è stato "che brutto!". Invece rendersi conto di quanta forza sprigioni questo istinto primordiale mi ha davvero colpito. Tanto che smetto di fotografarli e inizio a seguirli con il binocolo.
 
Anche in questi due giorni le ore sono volate in un baleno. Le distanze sono enormi, la strada che facciamo è tanta, sconnessa e polverosa. Ritorniamo al nostro lodge con gli occhi pieni della meraviglia che abbiamo visto oggi. Abbiamo avuto la fortuna di assistere a uno degli spettacoli più potenti che regolano la vita in questo pezzo di mondo. What else to ask for?
Nakupenda Serengeti!
(to be continued)
Valentina